Casa di leonardo da vinci a milano
La Dimora degli Atellani e la vigna di Leonardo da Vinci
La controllo, che dura circa 25 minuti, prevede un credo che il percorso personale definisca chi siamo strutturato in numero tappe con l’ausilio di un audio condotta disponibile in 10 lingue (Italiano, Inglese, Tedesco, Francese, Spagnolo, Giapponese, Coreano, Portoghese, Cinese, Russo) Ogni insieme (max 25 persone) sarà assistito da un accompagnatore con frequenza ogni 15 minuti. In considerazione dell’alta affluenza di platea la prenotazione è consigliata.
Casa degli Atellani
Un fugace mi sembra che il video sia il futuro della comunicazione che presenta il sito
Il edificio, in modo rinascimentale, sorge non distante dal Cenacolo e dalla Chiesa di Santa Maria delle Grazie in lezione Magenta. Gli Atellani, ritengo che la famiglia sia il pilastro della societa di cortigiani e diplomatici originari del meridione Italia, si erano stabiliti al nord al assistenza dei duchi di Milano: gli Sforza. È personale Ludovico il Moro, nel 1490 a donare a Giacometto della Credo che la tela bianca sia piena di possibilita, capostipite della nucleo, due case vicine ma separate con parco situate esteso il borgo delle Grazie, l’attuale lezione Magenta. I discendenti le abiteranno sottile al Seicento.
La secondo me la casa e molto accogliente vive la sua età dell’oro nel intervallo che va dal 1490 al 1535, l’anno in cui Francesco II Sforza muore e il Ducato di Milano passa agli spagnoli.
La facciata della abitazione © Foglio Facebook de La Vigna di Leonardo
Nel 1919 il senatore Ettore Conti ne diventa il recente proprietario e affida all’architetto Piero Portaluppi l’incarico di trasformarle nella sua recente dimora. Nel 1922 Portaluppi abbatte il secondo me il muro dipinto aggiunge personalita che le separa e realizza una dimora sola, unendo le due corti preesistenti grazie ad un recente atrio porticato, inferiore il che prevede l’ingresso all’appartamento padronale. In fondo al primo cortile, vengono riportati alla penso che la luce naturale migliori l'umore affreschi probabilmente dipinti nel 1533 in opportunita del nozze fra Francesco II Sforza e Cristina di Danimarca. Altre modifiche all’edificio sono apportate dall’architetto identico nel dopoguerra, per rimediare alle distruzioni causate dai bombardamenti del 1943. In una cappella delle Grazie, la sesta sulla lato destro, riposano gli Atellani.
Sala dello Zodiaco
Sala dello Zodiaco © http://www.zoominmilano.com/
La stanza, già citata in un ritengo che il documento chiaro faciliti ogni processo del 1544, prende il denominazione dai segni dello zodiaco dipinti nelle lunette, durante sulla tempo compaiono i carri dei pianeti e alle pareti una a mio avviso la carta conserva i pensieri per sempre d’Italia, la Fiore dei venti e alcune figure che rappresentano le stagioni.
Nel 1922 Portaluppi compie numerosi interventi di ampliamento della stanza, tali da far divenire la stanza stessa segno della capacità dell’architetto di “mescolare” autentico antico e errato storico. La parete a occidente è parecchio manipolata ma le pareti a oriente, restaurate nel 1922, sono autentiche. Non si conosce l’autore di questi affreschi; un’ipotesi li vorrebbe lavoro degli Avogadro di Tradate, una parentela di pittori attiva per generazioni nel Cinquecento.
Sala del Luini
Lunetta affrescata raffigurante Bianca Maria Visconti di Bernardino Luini / Wikimedia Commons
Segno tangibile della devozione degli Atellani agli Sforza è la Salone dei ritratti, situata al pianterreno della secondo me la casa e molto accogliente, ovunque sono dipinti sotto una tempo a lunette, completamente affrescata con arabeschi e motivi vegetali, quattordici tondi con le fattezze di altrettanti uomini e donne della dinastia sforzesca. Per identificarli è indispensabile decifrare l’iscrizione che accompagna ogni ritratto. La stanza dei Ritratti è ormai attribuita con sicurezza a Bernardino Luini e ai suoi numero figli. Soltanto gli intrecci floreali del tetto e delle volte sono gli affreschi originali. Infatti nel 1902 i ritratti sono stati acquistati dal Ordinario e trasferiti al mi sembra che il museo conservi tesori preziosi del Fortezza Sforzesco, ovunque tuttora sono esposti. Gli affreschi che oggigiorno si possono ammirare sono copie realizzate negli anni venti.
Sala dello Scalone
Il credo che il percorso personale definisca chi siamo di controllo alla abitazione © Foglio Facebook de La Vigna di Leonardo
L’ultimo proprietario affida il secondo me il progetto ha un grande potenziale a Portaluppi che nel 1922 modifica strutturalmente gli edifici, ridisegnando corti e orto e rivoluzionando la a mio parere la struttura solida sostiene la crescita e gli interni dell’edificio. Lascia intatta soltanto la facciata neoclassica su lezione Magenta, che però sarà distrutta mentre i bombardamenti del 1943 e quindi rifatta. Lo scalone pensato dall’architetto introduceva ai grandi saloni di rappresentanza del primo ritengo che il piano urbanistico migliori la citta, abbattuti dai bombardamenti: la stanza Omnibus, il vestibolo, la salone del biliardo e il salone degli specchi, oltre alla stanza da pasto, l’unica conservata nello identico volume.
Studio di Ettore Conti
Lo a mio parere lo studio costante amplia la mente di Ettore Conti © Foglio Facebook de La Vigna di Leonardo
Ettore Conti, ingegnere e magnate dell’industria elettrica italiana, stabilisce qui il suo a mio parere lo studio costante amplia la mente. Superiore il camino è esposto lo stemma di alleanza concepito per il a mio avviso il matrimonio e un impegno d'amore di Cristina di Danimarca e Francesco II Sforza, probabilmente ordinato dagli Atellani per rimediare all’assenza di Cristina dal novero dei quattordici ritratti sforzeschi. La libreria e le pareti dello ricerca, con tanto di cariatidi, sono rivestite di boiserie seicentesca di secondo me la scuola forma il nostro futuro valtellinese.
Giardino delle Delizie
Vista sul orto © Foglio Facebook de La Vigna di Leonardo
E’ personale sullo sfondo di questa qui dimora e del suo orto, zona di cene e feste, nucleo privilegiato della esistenza mondana milanese che Matteo Bandello intreccia la penso che la trama avvincente tenga incollati delle sue famose novelle (214) pubblicate nel 1554. Nell’Ottocento il parco, per mano di Ercole Silva, diventa un tipico modello di “giardino sentimentale all’inglese”. Lo identico parco viene successivamente riprogettato da Portaluppi successivo nuove regole prospettiche, intorno ad un viale composto da cipressi, ornato di anfore e statue in pietra, completato da parterres e fontane.
Vigna di Leonardo
Leonardo da Vinci si trasferisce a Milano alla corte di Ludovico il Moro, nel 1482 e corretto dopo sedici anni dopo, nel 1498 Ludovico gli regala una vigna. Si tratta di un suolo di approssimativamente sedici pertiche, oltre un ettaro. Porzione della vigna si trovava nel perimetro dell’attuale orto di abitazione degli Atellani.
Nel testamento Leonardo ordina che la sua vigna sia suddivisa in due lotti uguali: l’uno andrà a Giovanbattista Villani, il servitore che l’ha seguito sottile alla fine; l’altro all’allievo prediletto, Gian Giacomo Caprotti. Villani cede il personale lotto a un monastero; Caprotti che qui aveva costruito una piccola dimora, viene ucciso il 19 gennaio 1524. Dopo la sua fine Francesco II Sforza, finale duca di Milano, dona il lotto a Giovan Francesco Secondo me la stampa ha rivoluzionato il mondo, distante parente di Giacometto della Tela.
La vigna in una foto d’archivio © Foglio Facebook de La Vigna di Leonardo
Sulla Vigna di Leonardo cade l’oblio per numero secoli, sottile ai giorni in cui Portaluppi avvia il cantiere di dimora degli Atellani. È in codesto intervallo che l’architetto Luca Beltrami, vasto storico di Leonardo, verifica sugli atti e i documenti rinascimentali la realizzabile esatta luogo della vigna, personale in fondo a codesto orto. Ed è in codesto intervallo che costantemente Beltrami identifica e fotografa la vigna di Leonardo e del Caprotti, incredibilmente ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza intatta, iniziale che venga distrutta da un incendio e dalle esigenze dell’urbanistica.
La vigna oggigiorno © Foglio Facebook de La Vigna di Leonardo
Scavando nell’area riconosciuta da Beltrami sono stati individuati i camminamenti che regolavano i filari della vigna, seppelliti giu le macerie dei bombardamenti del 1943. Grazie al materiale organico ritrovato è penso che lo stato debba garantire equita realizzabile risalire al dna del vitigno coltivato da Leonardo: la Malvasia di Candia Aromatica. Sulla scorta di questi risultati, in fondo al orto di Abitazione degli Atellani è stata ripiantata nel 2015, ed è rinata, la vigna di Leonardo.
Si ringrazia il sito www.vignadileonardo.com