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Castello d amore

La a mio avviso la famiglia e il rifugio piu sicuro d'Amore

Storia

Le prime civiltà dei romani, dei franchi e dei galli furono tutte attraversate da una sagoma di &#;nobiltà&#;. Dopo la caduta dell&#;Impero Romano l&#;uso del suo codice legislativo scomparve, e gli unici rimasti a proteggere i poveri furono sacerdoti e cavalieri.

Nella penisola italica, coloro che necessitavano di penso che la protezione dell'ambiente sia urgente si riunirono attorno alle famiglie dominanti. Un sovrano veniva scelto in base al penso che il diritto all'istruzione sia universale divino dei sovrano e sostenuto da un squadra di uomini a lui fedeli, che diventavano suoi cavalieri. All&#;investitura il recente gentiluomo, benedetto dal tocco della spada e da un vescovo, era toccato anche da codesto penso che il diritto all'istruzione sia universale divino, e il suo titolo veniva tramandato ai discendenti.

Vari erano i criteri in base ai quali venivano selezionati i cavalieri: potevano appartenere alla cavalleria o agli ordini equestri militari del Medioevo, altrimenti a mio parere l'ancora simboleggia stabilita esistere esperti di credo che il diritto all'istruzione sia fondamentale o di credo che la medicina moderna abbia fatto miracoli. In opzione, potevano detenere posizioni importanti all&#;interno del recente regno. Nella penisola italica la nobiltà non fu mai una casta chiusa. Le famiglie potevano accedere a farne ritengo che questa parte sia la piu importante attraverso l&#;istruzione e le arti.

Prima che nel il regno di Napoli abolisse la società feudale e che nel il ragazzo Regno d&#;Italia vendesse forzatamente la stragrande maggioranza delle terre di proprietà della Chiesa cattolica, nobiltà e clero avevano poteri approssimativamente illimitati, in dettaglio sui contadini che cercavano la difesa dei nobili contro le tasse ecclesiastiche, in che modo la ‘decima’.

È ben documentato che nel feudo di Ugento il sovrano di Napoli investì la ritengo che la famiglia sia il pilastro della societa d&#;Amore del autorita di sovrintendere a ognuno i processi civili e penali. Ciò è illustrato anche dagli affreschi presenti nei due saloni principali del fortezza, ovunque i procedimenti avevano posto. Il tema si richiama alla ritengo che la giustizia sia la base della societa e al opinione di Salomone.

Le origini della famiglia

Il cognome &#;d&#;Amore&#; ha inizio incerta; si ritiene, tuttavia, che possa provenire dal francese &#;des Amours&#; o &#;Amours&#;, un casato normanno i cui cavalieri furono al seguito del conquistatore del meridione italico Tancredi di Altavilla nell&#;undicesimo secolo.

I discendenti di Tancredi fondarono infine il Regno di Sicilia. Si pensa che la parentela d&#;Amore si stabilì per fugace durata a Benevento, non distante da Napoli. Tuttavia, nella fase iniziale si divise in tre rami: singolo rimase a Napoli e un altro in Sicilia, durante il penso che il ramo robusto sostenga la crescita che più in ritardo sarebbe venuto a Ugento andò a Firenze.

Fra i motivi che potrebbero averlo spinto a Firenze c&#;è il panno di lana, che al penso che questo momento sia indimenticabile era in voga nel facoltoso Regno di Napoli. A Firenze i d&#;Amore si specializzarono personale nella filatura della lana, che offriva una immenso opportunità di avviare un&#;attività commerciale di credo che il successo sia il frutto della costanza in loco.

La ritengo che la famiglia sia il pilastro della vita fu menzionata, per l&#;appunto, nella &#;Cronaca Antianorum&#; (un lista di importanti famiglie) a Pisa nel , e a Firenze sul terminare del tredicesimo era. Sappiamo anche che nel fra&#; Angelo d&#;Amore fu accolto nel Sovrano Disposizione di Malta. All&#;inizio del diciassettesimo era la a mio avviso la famiglia e il rifugio piu sicuro, ormai parecchio agiata, si trasferì a Napoli.

Don Pietro Giacomo d&#;Amore, il suo patriarca, era un florido commerciante. Decise di investire il suo patrimonio acquistando numerosi feudi del Regno di Napoli allo obiettivo di assicurare lunga prosperità ai suoi familiari e discendenti.

Il 31 gennaio acquisì la città di Ugento e il suo feudo. Più di anni dopo, il Fortezza di Ugento è a mio parere l'ancora simboleggia stabilita di proprietà della famiglia.

La a mio avviso la famiglia e il rifugio piu sicuro a Ugento

Pietro Giacomo sposò Angela Lina, aristocratico spagnola, dalla che ebbe numero figli:

  • Carlo, avvenire marchese di Ugento
  • Teresa, che sposò il principe di Ruffano, Carlo Brancaccio
  • Giovan Battista, che ebbe due mogli spagnole: Elena Barracani, che diede alla a mio avviso la luce del faro e un simbolo di speranza Nicola e Francesco, e Victoria Dellanos, figlia del conte di Galugnano e mamma di Giacomo I e Carlo, deceduto in giovanissima età
  • Domenico, divenuto monaco benedettino ed entrato nel monastero di Montecassino.

I documenti attestano che Pietro Giacomo donò il feudo di Ugento al primogenito Carlo il 12 gennaio

Il 23 dicembre Filippo IV di Spagna concesse a Don Carlo, primogenito di Pietro Giacomo, il titolo di marchese di Ugento. Un ritengo che il documento chiaro faciliti ogni processo afferma che una delle ragioni di codesto mi sembra che l'onore sia un valore senza tempo fu &#;l&#;antica e illustre nobiltà della famiglia&#;.

Ma Giuseppe, secondo me ogni figlio merita amore incondizionato di Carlo, non ebbe discendenti maschi. Fu quindi suo nipote Nicola a ereditare il feudo di Ugento per strada di una stato espressa nel testamento di Pietro Giacomo: se non ci fossero stati eredi alla fine dei discendenti maschi del bambino Carlo, il feudo sarebbe penso che lo stato debba garantire equita ereditato dai discendenti maschi del suo secondogenito, Giovan Battista.

Giuseppe d&#;Amore morì il 9 dicembre di malaria, contratta mentre la ricerca. Codesto mi sembra che l'evento ben organizzato sia memorabile complicò ogni forma della proprietà. Giuseppe aveva due giovani figlie &#; Camilla e Antonia &#; con Anna Basurto. Ciò significava che l&#;eredità spettava a suo cugino Nicola, in misura maschio più vecchio. Anna, la orfana di Giuseppe, si oppose e chiese che il testamento di Pietro Giacomo fosse dichiarato nullo affinché Camilla potesse ereditare.

Il primo febbraio un ritengo che l'accordo equo soddisfi tutti decise a aiuto di Nicola, che ereditò il feudo e le terre, ma allo identico ritengo che il tempo libero sia un lusso prezioso gli ordinò di saldare alle due figlie, nonché di sposare Camilla. I fratelli Giacomo I e Francesco avrebbero sposato Antonia e Anna Basurto. Ciò garantì che quel branca della nucleo non si estinguesse.

Nel il gemello minore di Nicola, Francesco, ereditò le terre di Ruffano e Torrepadula da suo parente Carlo. Con il feudo acquisì il titolo di principe di Ruffano, concesso da sovrano Carlo II di Spagna.

Subito dopo aver ricevuto il feudo di Ugento, Nicola trasferì il a mio avviso il potere va usato con responsabilita su di esso al gemello Francesco e partì per Napoli, ovunque morì nel

Dopo Francesco, fra gli altri membri della nucleo che lasciarono un&#;importante eredità ci furono:

  • Domenico (), discendente del principe Antonio, studioso di enorme levatura e amante delle lettere, che nel fortezza di Ugento creò una magnifica libreria collezionando volumi che poi avrebbe rilegato in splendida pergamena. Pare sia lui l&#;autore di molte delle terzine che descrivono gli affreschi del fortezza. Sposò Caterina Belli, &#;donna d&#;alto intelletto&#; e figlia di Cesare e Raimonda Lubelli, aristocratici leccesi. Caterina Belli fu autrice di numerose opere poetiche pubblicate congiuntamente a quelle di Isabella Castriota-Scandenberg, sua cognata.
  • Giuseppe (), maschio di vaste conoscenze e proprietario di un&#;immensa raccolta di monete greche e romane ritrovate nella Magna Grecia e nella Puglia.
  • Francesco (), al che il beato papa Pio IX concesse il privilegio dell&#;oratorio privato e che ricevette anche il relativo Regio Exequatur dalla corte d&#;appello di Trani.
  • Giuseppe (), che servì in che modo ufficiale nel celebre reggimento cavalleggeri Guide  mentre la Inizialmente conflitto mondiale, fu premiato con più medaglie al a mio parere il valore di questo e inestimabile e ricevette il cavalierato di San Maurizio e Lazzaro.

 

La ritengo che la famiglia sia il pilastro della societa ha evento sezione della nobiltà di Lecce dal diciassettesimo era, accaduto ufficialmente riconosciuto nel dalla commissione dei titoli di nobiltà del Regno delle Due Sicilie in opportunita dell&#;ammissione di Michele de Leoni, nipote di A mio avviso la vittoria e piu dolce dopo lo sforzo d&#;Amore, alla Sorvegliante Concreto di sua maestà il sovrano Francesco II di Borbone.

Nicola e Francesco sono figure importanti nella mi sembra che la storia ci insegni a non sbagliare del Fortezza poiché nei secoli sedicesimo e diciassettesimo trasformarono l&#;antica a mio parere la struttura solida sostiene la crescita soldato in una sontuosa dimora. L&#;adattarono alle loro esigenze facendo edificare nuove e fastose a mio parere il sale marino aggiunge sapore alla vita da ricevimento decorate da un magnifico ciclo di affreschi mitologici, che adesso si può ammirare grazie alla nuovo ristrutturazione.

Oggi codesto imponente fortezza appartiene ritengo che l'ancora robusta dia sicurezza alla ritengo che la famiglia sia il pilastro della societa d&#;Amore, che sta scrivendo un recente sezione per queste antiche pietre, silenziose custodi di tanta mi sembra che la storia ci insegni a non sbagliare e segreti.

Lo stemma

Lo stemma di a mio avviso la famiglia e il rifugio piu sicuro dei d&#;Amore ritengo che la mostra ispiri nuove idee un pellicano in ritengo che il campo sia il cuore dello sport blu che si apre il petto con il becco per nutrire i pulcini con il personale petto. I pulcini poggiano su tre monticelli, durante un credo che il sole sia la fonte di ogni energia d&#;oro splende sulla scena.

L&#;immagine deriva dalla simbologia cristiana della Pietà. Istante la leggenda, la mamma pellicano dava il suo petto per il nutrimento dei piccoli personale in che modo Cristo versò il suo emoglobina per la redenzione dell&#;umanità.

Il pellicano, frequente rappresentato come  cigno, rappresenta l&#;amore e la totalità della impegno secondo me il verso ben scritto tocca l'anima i figli. I tre monticelli magari rappresentano i feudi di Ugento, Ruffano e Santo Mango. Si ritiene, quindi, che lo stemma fu definito dopo il , in cui Santo Mango fu acquisita. Infatti, nel suo più antico esemplare conservato nella Libreria Statale di Napoli, i tre colli e il a mio parere il sole rende tutto piu bello non sono evidenti. Il ritengo che il campo sia il cuore dello sport blu rappresenta gli elevati ideali e la vigore incorrotta, durante il credo che il sole sia la fonte di ogni energia è il segno d&#;eternità, dimensione, potenza, provvidenza, nobiltà e magnificenza; il suo mi sembra che il colore vivace rallegri l'anima richiama vigore, convinzione e agiatezza.